Se un marziano che avesse visitato il ponente ligure qualche anno fa, tornasse ora (non si capisce ancora perchè dovrebbe farlo) resterebbe stupito: c'è movimento sulla nostra terra.
Ma che cos'è?
L'eco di ciò che è accaduto e sta succedendo in altre italiche località? Un improvviso innamoramento per la propria terra degli abitanti del Ponente? Surf politico sull'onda di un argomento in voga per guadagnare i consensi erosi dalle amministrazioni? Come per tutti i minestroni, la ricetta non è una sola: un po' dell'uno, un pizzico dell'altro. L'importante è che, finalmente, sulla terra del ponente ligure si muova qualcosa, non soltanto i camion targati Pellegrino o Fotia.
Dopo la fiaccolata contro le mafie a Sanremo di quest'estate e il provocatorio "funerale al territorio" celebrato da Legambiente e comitati, con tanto di Requiem di Mozart e la benedizione di Don Gallo, dopo lo scandalo di Rocca Croaire, dopo l'halloween dei cassonetti stracolmi a Sanremo, sembra sia nata un'attenzione nuova per il territorio, una sensibilità nuova per quel concetto di "environment" parola che in italiano viene tradotta con "ambiente" ma in inglese e francese significa ben di più: la realtà in cui cresce e si sviluppa la nostra vita.
Da mesi argomenti che rimanevano all'ubago delle cronachette di politici, sultani e feudatari locali o delle magnifiche sorti e progressive della nostra straordinaria e illuminata porticciuolità, hanno cominciato a venire al sole, prima timidamente, ora più forti e decisi.
Uno su tutti: cominciamo a parlare di rifiuti.
Si faceva così fatica a parlarne l'anno passato. Qualcuno ci provava ma tutto cadeva nell'oblio. Poi arrivava qualc'un altro che uscito dalla toilette di un consiglio o un'assemblea prospettava la soluzione delle soluzioni, magari l'inceneritore. Invece oggi no. Zoccarato che va a Vedelago per vederci chiaro è un segno. In altri tempi sarebbe andato a Las Vegas. Il fatto che il sindaco di Sanremo, non ufficialmente ma effettivamente, a nome degli altri amministratori della provincia di Imperia, si interssi ad un centro all'avanguardia per il riciclo dei rifiuti per portare qualcosa di simile anche da noi, è certamente incoraggiante. Non solo per i soliti ambientalisti "rompiscatole". Che poi proprio il consiglio comunale di Sanremo abbia approvato all'unanimità un o.d.g. per limitare il problema rifiuti, con un question time di significativo interesse seguito da molti cittadini appartenenti a Sanremo Sostenibile, Legambiente e tante altre associazioni che si da tempo si battono per una soluzione a questo problema non lascia indifferenti.
E la manifestazione degli abitanti di Castellaro davanti al presidente Burlando di sabato mattina? Non era un passatempo. Certo, c'è ancora molto da fare. Mentre Zoccarato sarà a Vedelago e il consiglio comunale di Sanremo dà una scopettata in città, da altre parti si continuna a nascondere la polvere sotto il tappeto. E il tappeto, in Liguria, è sempre l'entroterra. Tra la fine di agosto ed i primi di settembre 2010, nottetempo, è stato scaricato materiale in una vecchia cava sulla strada tra Taggia e Badalucco, frazione Lona, di proprietà dei fratelli titolari di una nota impresa edile. Discarica, tra l'altro, praticissima con la statale 548. Testimoni hanno visto scaricare materiale e ricoprirlo immediatamente con utilizzo di ruspe. C'è poi chi, s'è trovato sulla stessa strada dei camion che da Imperia uscivano carichi dal porto in costruzione, finito nei guai recentemente proprio per il movimento terra. Il caso ha portato i camion sempre in valle Argentina, sulla statale 548.
Sindrome di Terzigno? Chissà. Ma il fatto che quella cava non stia nel comune di Taggia o in quello di Badalucco, ma nel più disponibile a compromessi Castellaro e che sia partita la compravendita dei terreni lì attorno, lascia pochi dubbi su dove si vuol fare la discarica di servizio del futuro impianto provinciale di separazione.
Staremo a vedere. Ma speriamo che il movimento "sulla" terra continui.